Secondo i dati Enea, un cantiere su dieci potrebbe essere ormai fermo o, se concluso, risultare impagato dallo Stato.
Cosa significa questo?
Che le imprese che hanno eseguito i lavori di cui al Superbonus applicando, quale modalità di pagamento, lo sconto in fattura (mediante la quale, ricordiamo, l’impresa che esegue i lavori anticipa al committente la spesa detraibile e successivamente cede il suo credito a banche o altri istituti finanziari) hanno sempre più difficoltà a trovare un compratore del proprio credito fiscale, con il risultato che i crediti restano in pancia alle imprese.
Ricordiamo che il meccanismo più diffuso del superbonus, come anche degli altri bonus edilizi, è infatti lo sconto in fattura: il proprietario dell’immobile non paga i costi di ristrutturazione, che invece anticipa l’azienda edilizia. La quale potrà poi o rivalersi sullo Stato attraverso uno sconto fiscale spalmato in diversi anni o, più comunemente, vendere questo credito nei confronti del fisco a un altro soggetto, prevalentemente le banche, che armandosi di pazienza ogni anno potrà pagare meno imposte fino a recuperare la spesa.
Molto spesso l’appalto viene eseguito dai cosiddetti General Contractor, società che assumono la veste di appaltatore, incamerando quindi i crediti del committente quale corrispettivo dell’appalto, crediti che dovranno poi riuscire a vendere a società terze per poter pagare subappaltatori e professionisti (incaricati dallo stesso General).
È qui che spesso il meccanismo si inceppa.
Il nodo della questione è infatti che questo mercato secondario dei crediti fiscali si è sostanzialmente bloccato. Per cui, le società General Contractor che non riescono a vendere i crediti, non potranno liquidare subappaltatori e professionisti i quali, quindi, interromperanno l’esecuzione delle opere.
A questo punto, il committente che ha ceduto i propri crediti (pagando quindi di fatto il corrispettivo dell’appalto) ma che non si vede ultimate le opere, cosa può fare? E il subappaltatore che non viene pagato per il lavoro eseguito? Oppure la stessa impresa, che abbia deciso di fare da General ritirando i crediti, ma non ha più la liquidità per proseguire il cantiere?
Questi sono solo alcuni degli scenari che si potranno verificare nel prossimo futuro e che, in base anche ai contratti sottoscritti dalle parti nei singoli casi, bisognerà affrontare e risolvere nel migliore dei modi.
Domande frequenti sul Superbonus 110% e i cantieri bloccati
Il problema è che molte imprese edilizie hanno difficoltà a vendere i propri crediti fiscali, bloccando così i pagamenti ai subappaltatori e impedendo la conclusione dei cantieri.
Lo sconto in fattura è la modalità di pagamento più comune per il Superbonus 110%.
L’impresa edilizia anticipa la spesa detraibile per conto del committente, che a sua volta cede il credito fiscale a banche o altri istituti finanziari.
Il mercato dei crediti fiscali si è bloccato perché molte di queste società non sono più interessate all’acquisto dei crediti.
Le imprese edilizie e i subappaltatori possono cercare di trovare soluzioni alternative per ottenere i pagamenti che spettano loro.
Potrebbero ad esempio tentare di negoziare un accordo con il committente o la società General Contractor per ricevere un pagamento parziale o dilazionato nel tempo.
In ogni caso, è importante cercare assistenza legale per valutare le opzioni a disposizione.
2 risposte
Non riesco a fare l’invio del mio problema
Gentile signora Grosso,
ci dispiace che abbia riscontrato dei problemi tecnici. Ad ogni modo può scriverci direttamente una mail all’indirizzo info@studiolegaleacquavivacanzi.com
Cordiali saluti.
Avv. Valentina Canzi